La lavanda Guerlain che racconta una storia

Quello di Thierry Wasser è un ruolo di prestigio, ma anche onusto di grandi responsabilità: essere il “naso” di una maison come Guerlain, il creatore al quale vengono affidate tutte le nuove fragranze, significa portare sulle spalle un’eredità fatta di quasi 2 secoli di storia e millecento profumi realizzati, tutti memorabili e protagonisti della loro epoca.

Sono numerosi i viaggi intrapresi nella storia dai nasi e maestri profumieri della maison alla ricerca di essenze nuove e diverse, ed in tutti gli angoli del mondo: Turchia, Russia, India o Egitto, Madagascar o Isole di Réunion. La casa profumiera forse più famosa al mondo basa la sua fortuna anche su alcune fragranze usate più spesso di altre, quali la vaniglia, la rosa ottomana, il gelsomino, o come nel caso di Mon Guerlain, la lavanda.

Abbiamo già avuto modo di spiegarvi in questo articolo quanto sappia restare indelebile sulla pelle il segno olfattivo di questo profumo, ci piace ritornarci perché abbiamo scoperto un aneddoto che conferma la continua ricerca di nuove essenze e nuove varianti olfattive che sappiano esprimere qualitativamente il meglio ed anche sorprendere.

Wasser si è spinto fin nei campi di coltivazione della lavanda Carla per scoprirne tutta la genuinità e la complessità unica di note sensoriali. La sua sensibilità è andata immediatamente “in tilt” quando ha realizzato che era esattamente quella la fragranza che stava cercando per sposarla con legno di sandalo, vaniglia e gelsomino nel suo Mon Guerlain.
Da lì è stato tutto un concatenarsi di eventi: è scattata la ricerca fruttuosa di una casa essenziera in grado di mantenere intatti gli aromi con un’estrazione a vapore secco dell’olio essenziale, ed è così che oggi possiamo essere inebriati dal contrasto così puro tra vaniglia e lavanda in una fragranza dal cuore potente, che rappresenta la forza delle donne che sanno alternare e dosare fermezza e dolcezza.

Un vero tributo, l’ennesimo da parte di Guerlain, all’universo femminile!

 

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